Benedetto Casillo al Teatro San Ferdinando con lo spettacolo L’uomo dal fiore in bocca / Fiori di palco

Benedetto Casillo al Teatro San Ferdinando con lo spettacolo L’uomo dal fiore in bocca / Fiori di palco

Benedetto Casillo debutterà in prima nazionale giovedì 8 maggio alle 21.00 al Teatro San Ferdinando con lo spettacolo L’uomo dal fiore in bocca / Fiori di palco: Luigi Pirandello, Raffaele Viviani, Totò, Enzo Moscato, con la regia di Pierpaolo Sepe.

E’ da molti decenni – per l’esattezza dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso come cabarettista del duo i Sadici piangenti in coppia con Renato Rutigliano, poi da attore di tanto teatro e cinema made in Napoli e non solo a partire dai primi anni ’80 – uno dei volti più popolari, riconosciuti e riconoscibili della scena partenopea, che vanta interpretazioni di testi di PetitoScarpettaEduardoRuccelloMoscato, e direzioni di registi che vanno, tra molti altri, da Luciano De Crescenzo a Alessandro Siani a Ciro Ippolito a Carlo Vanzina a Mario Martone.

Stiamo parlando di Benedetto Casillo, 75 anni, dei quali più della metà passati a calpestare palcoscenici e set cinematografici, con qualche incursione anche televisiva, che è l’ideatore e il protagonista dello spettacolo L’uomo dal fiore in bocca / Fiori di palco: Luigi Pirandello, Raffaele Viviani, Totò, Enzo Moscato, con la regia di Pierpaolo Sepe.

Lo spettacolo, prodotto da Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Arteteca, Tradizione e turismo – Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro, debutterà in prima nazionale giovedì 8 maggio alle 21.00 al Teatro San Ferdinando, nell’ambito della Stagione del Teatro Nazionale, dove replicherà fino a domenica 18 maggio.

In scena con Benedetto Casillo gli attori Sara Lupoli e Vincenzo Castellone.

Le scene sono di Francesco Ghisu, i costumi di Rossella Oppedisano, le coreografie di Sara Lupoli.

«Quando – scrive nelle note il regista Pierpaolo Sepe – rampollò nella mente di Benedetto la possibilità di questo spettacolo, non ero convinto si potesse costruire una sequenza capace di raggiungere il mio cuore. Mi sbagliavo». E aggiunge: «Lavorare con Benedetto Casillo è una gioia. Bisogna lasciarlo libero di raccontare il suo modo di guardare la vita, il teatro. Bisogna arrendersi alla sua forza trascinante, al suo credo fedele, al valore che attribuisce alle cose».

Lo spettacolo

Pirandello, Viviani, Totò, Moscato. Un premio Nobel e tre mostri sacri della scena teatrale, tutti e quattro figli dello stesso sud. Cesellatori ineguagliabili dei rispettivi dialetti, lingua per eccellenza dell’espressione dell’anima popolare. Benedetto Casillo, figlio genuino di Napoli, attore dalla lunga e intensa carriera (da Petito a Scarpetta e poi a Beckett, Ruccello e Moscato) si avvicina a questi straordinari autori con umiltà e rispetto, per assimilarne la linfa e restituirla poi in scena con la sua cifra di interprete, fatta di sobrietà e misura.  Un leggero alito napoletano lambisce il notturno paesaggio dall’Uomo dal fiore in bocca: l’accento del protagonista, qualche antico vocabolo viene proposto con affettuosa devozione per il dialetto. La scena rappresenta l’esterno di un caffè di una stazione ferroviaria, un binario l’attraversa in primo piano. Attorno ad esso, gelido spettatore, dissertano di vita e di morte i due protagonisti dell’atto pirandelliano. Lo stesso binario indirizza le rappresentazioni degli altri autori.

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